Un accurato panorama critico analitico dal 1990 al 2001 sulla drammaturgia italiana scritta e rappresentata, per documentare cosa è stato e quindi cosa è cambiato in questo passaggio di secolo. L'analisi - con importanti interventi di altri critici teatrali - cercando di suggerire alcuni spunti per una ripartenza, mostra quali potenzialità avesse quella che è stata l'ultima nuova generazione di autori e come poi la nostra drammaturgia abbia perso vitalità, complici fenomeni che vanno dalla crisi economica a una profonda trasformazione dei mezzi di comunicazione. Tutto ciò assieme a un sostanziale deteriorarsi della capacità di progettazione dei teatri pubblici e privati, esaurita anche, in quel decennio, la spinta della generazione di registi che dal dopoguerra aveva rinnovato le nostre scene e quella del teatro di ricerca, con al centro la neoavanguardia romana e il suo lavoro visivo, che stava perdendo vitalità per riscoprire la forza della parola, su cui si basa la memoria e il futuro di ogni teatro nazionale.