In L'altra voce. Poesia e fine del secolo, sintesi smagliante della sua ininterrotta riflessione saggistica sull'arte poetica, Octavio Paz analizza la situazione della poesia nel mondo contemporaneo. Secondo Paz non stiamo vivendo la fine della poesia, come molti affermano, ma la fine di una tradizione poetica che è iniziata con i grandi romantici, ha raggiunto il suo apogeo con i simbolisti e ha avuto un meraviglioso crepuscolo con le avanguardie e i modernismi del XX secolo. Dopo aver preso in considerazione la fine della "tradizione della rottura", le relazioni tra poesia e rivoluzione e la funzione della poesia nella società del Novecento, Paz si interroga su quale sarà il posto della poesia nel XXI secolo. La sua risposta, più che una descrizione o una profezia, è una professione di fede, ovvero una variazione ulteriore di quella "difesa della poesia" che da più di due secoli i poeti moderni non si stancano di scrivere.