Nello scialbo panorama del teatro italiano di fine Ottocento, Pirandello e D'Annunzio propongono la "parola alta" quale modello di un lessico inventato e ne ipotizzano la validità, condizionando sempre più la messa in scena delle loro opere. Il saggio esamina il teatro dei due grandi autori privilegiando la dialettica tra pagina scritta e scena, individuando il bisogno di palcoscenico implicito nelle battute dei loro copioni.