C'è un percorso che enfatizza le caratteristiche intrinseche di un insieme di parole, eppure quel percorso non è realizzabile se fuori non agisce qualcosa d'altro, un'identità dotata di riconoscibilità, psicologica e sociale. In gioco troviamo due opposti: il lettore in quanto funzione dell'opera; e il lettore come colui che, solo, consente all'opera di attivarsi nel modo giusto. Questo saggio non fa altro che tentare di sciogliere questa contrapposizione. L'odierna fisionomia della duplice tensione in gioco ha preso forma nella lunga epoca che chiamiamo modernità, di cui oggi riusciamo a cogliere meglio certe caratteristiche. Da quasi tre secoli entro quella forbice dobbiamo stare, magari prendendo posizione per una delle due lame - quella del lettore, nel nostro caso -, tuttavia sapendo sempre che l'orizzonte concettuale è quello. Un orizzonte instabile, e che proprio per questo chiede definizioni il più possibile chiare.