Il volume, diviso in due tomi, contiene l'intera raccolta della corrispondenza di Vincenzo Padula, per un totale di 552 lettere, in gran parte inedite, depositate presso la Fondazione Padula di Acri. Il Fondo documentario, oltre a quelli di famiglia, comprende gli scambi epistolari con interlocutori di rilievo, dal sindaco-senatore Vincenzo Sprovieri ai ministri Cesare Correnti, Silvio Spaventa e Francesco De Sanctis, oltre agli apprezzamenti di Benedetto Croce. Ripercorrendo la vita errabonda di Padula, si vuole offrire il suo svelarsi di uomo e personaggio, nella sua indole irrequieta, oscillante tra prete rosso e prete libertino, che si esprime in un precoce esempio di giornalismo d'inchiesta e nella modernità della sua poesia, con le note più sincere per l'indimenticabile Fragoletta, accanto a quelle ribelli, aspre e beffarde. Emblematica è la rappresentazione della donna, di cui Padula denuncia la subalternità, indicandone l'emancipazione con l'allargamento del suffragio elettorale, anche se, in ambito familiare, non si oppone al persistere secolare del sopruso delle strategie matrimoniali.