Dei tanti aspetti che contraddistinguono la vita e l'essenza stessa di un paese, quello legato ai suoi consumi culturali è certamente uno dei più significativi. Tra questi il più importante è il libro. Questa pubblicazione vuole illustrare e far conoscere quelle che realmente sono state le letture degli italiani dalla nascita del Regno alla sua scomparsa, nel 1946. Tramite uno scrupoloso lavoro di ricerca, sono stati individuati i libri che la gente effettivamente leggeva: non gli autori che compaiono nelle storie della letteratura, ma quelli che riempivano le vetrine dei librai, non i grandi classici, ma quelli - magari politicamente sconvenienti, licenziosi o controversi - che appassionavano centinaia di migliaia di persone. Accanto a molti scrittori di cui avevamo quasi perso la memoria compaiono ovviamente anche alcuni padri della nostra letteratura. D'Annunzio come Guido da Verona, Fogazzaro come Luciano Zuccoli, De Amicis come Salvatore Farina, Collodi come Carolina Invernizio. Accomunati da una straordinaria fortuna commerciale. E insieme a loro una miriade di altri autori e di altri libri: Barrilli, Rovetta, Salgari, Pitigrilli, Mariani, Brocchi, Gotta, D'Ambra, Milanesi