Chi meglio di Michele Coccia, romanoderoma e consumato (absit iniuria) latinista, avrebbe potuto percorrere le mille e mille pagine in prosa e in verso del nostro Peppe er Tosto per estrarne con certosina pazienza e con adeguata professionalità una concreta documentazione sull'educazione classicista del Belli e sul suo effettivo spessore, delineandone un consuntivo bilanciato?