Non vi è dubbio che - come sosteneva Galileo Galilei - il mondo sia un libro scritto nel linguaggio della matematica. Ma, per gli amanti della letteratura, il libro del mondo è scritto e riscritto continuamente dai grandi narratori: è il libro nel quale, come gli affluenti di un fiume, si mescolano gli innumerevoli libri custoditi nella biblioteca di Babele. Anche il diritto è una narrazione del mondo: di come esso dovrebbe essere. I giuristi sperimentano ogni giorno la forza evocatrice delle parole e la loro capacità creatrice, e questo consente loro più che a ogni altro di cogliere le analogie tra i mondi immaginari (ma non necessariamente impossibili) della letteratura e il mondo perfetto (perciò, impossibile) del diritto. Gli autori si occupano del rapporto tra diritto e letteratura con riferimento alle opere di Miguel de Cervantes e di Philiph K. Dick. Esaminano in particolare - separatamente - con notazioni originali, i profili rinvenibili nel "Don Chisciotte" e in "Rapporto di minoranza".