Un testo postumo pubblicato in tedesco, e che parla della contemporaneità, del più europeo, internazionale ed emblematico degli scrittori italiani del Novecento, Luigi Pirandello. È a lui che Santo Mazzarino dedica questa opera straordinaria, nata da una serie di articoli per la stampa tedesca attraverso i quali il maestro del pensiero antico si proponeva di spiegare la storia italiana postunitaria proprio attraverso il suo conterraneo di Girgenti. Mai Mazzarino si era sporto così avanti nel tempo, eppure lo fa al termine della sua storia di pensatore, intellettuale e filosofo, non nella sua lingua natale, spinto forse dalla malìa di tentare l'ultima impresa: tendere il filo definitivo, la traiettoria unica e precisa, che lega l'Italia di oggi all'eredità spirituale della Grecia classica. La nostra Storia, le nostre più intime credenze, tra cui la percezione del tempo, il rapporto del singolo con il Cosmos e con la società, tutto viene nominato, addomesticato, chiosato e annotato in questo testo-mondo, nel tentativo di rispondere alla domanda principale che i due "greci di Sicilia", Mazzarino e Pirandello, facevano a se stessi: "E io, che sono?".