Chi sono i maestri di Andrea Laiolo, coloro ai quali egli deve la propria forma mentis poetica, quella che possiamo verificare fin dal suo esordio? Essi formano un'aurea catena che aggrega gli Stilnovisti e Petrarca, Poliziano e Lorenzo de' Medici e poi, con un grande salto, il Foscolo estetizzante delle Grazie, Dante Gabriel Rossetti e, primus inter pares, Gabriele D'Annunzio. Anelli di una catena che riunisce ed alterna, fondendoli, idealizzazione della bellezza ed impetuoso anelito al godimento delle sue incarnazioni. A questi poeti in particolare lo stile di Laiolo è debitore, e non a causa di un impatto stilistico occasionale ma per essersi forgiato, in un certo senso, al loro cospetto e in continuo dialogo con le loro ombre auguste.