Per Borges Biblioteca Universale è un altro nome dell'Universo, per il Talmud l'Universo è l'Altro Libro di Dio: immagini impegnative per descrivere quell'atto personale, esclusivo, che spesso è la lettura. Ma ogni lettore ne riconosce la precisa verità. Nata ancor prima della scrittura, messa alla prova da incendi, censure e proibizioni, la lettura ha attraversato cambiamenti tecnologici (dalle tavolette ai rotoli, dai codici ai libri rilegati, fino agli ebook), sociali (dal manoscritto costoso e per pochi al libro stampato, economico e popolare), addirittura neurologici (dalla lettura silenziosa che rende possibile uno scambio privato col testo, a quella su schermo che plasma le reti neuronali). Scriverne la storia non è possibile, perché, per fortuna, la sua è una storia senza fine. Ma si può raccontare una storia della lettura, come ha deciso di fare Alberto Manguel in questo libro, ormai un classico, ora riproposto in una nuova edizione ampliata e aggiornata. Soggettiva e unica, questa storia ha la libertà propria di ogni lettore. Nessun tracciato cronologico, ma capitoli tematici ricchi di aneddoti, annotazioni personali, storie gustose e personaggi indimenticabili. Chiamando in causa Plinio, Cervantes, sant'Agostino, Colette, Kafka, Whitman e tantissimi altri scrittori/lettori che affollano l'Indice finale in una sorta di magnifico 'catalogo degli affetti', Manguel (e noi con lui) riconosce al lettore d'ogni tempo la sua primazia, il suo potere di leggere il mondo dandogli un senso e un ordine, e più d'un briciolo di follia. «Grazie a questa attività magica, senza tempo e senza limiti, quello che leggiamo e il modo in cui leggiamo diventano, in un senso molto concreto, ciò che chiamiamo Universo. Borges aveva avuto l'intuizione giusta».