Guido Gozzano (1883-1916) è spesso ricordato come un "grande minore" del nostro Canone, eppure la sua poesia è stata profetica nel mettere a fuoco le fratture del Novecento: personaggi indimenticabili come la Signorina Felicita o Totò Merumeni sono divenuti emblema di una sensibilità decadente tra inettitudine e parodia, istanze di assoluto e impossibilità di rispondervi. Da questa appassionata ricognizione emerge la figura di un poeta che con il mito della sua inattualità è a tutti gli effetti un classico capace di alzare domande decisive per il nostro tempo.