Nel volume si affronta il problema del significato dell'invocazione alla musa Erato, tradizionalmente associata alla poesia erotica, nel secondo proemio dell'"Eneide", collocato al centro del poema, tra la parte odissiaca e quella iliadica. Virgilio richiama scopertamente il proemio del III libro delle "Argonautiche" di Apollonio Rodio, ma se la musa 'apolloniana' è la musa dell'eros, quella virgiliana è la musa dell'amor, in tutte le sue diverse manifestazioni; nella rappresentazione di quelle più estreme emergono significative convergenze tra la sfera erotica e quella furiale. Sono posti in luce nel corso del lavoro nuovi elementi utili per l'esegesi del proemio, e di altri passi virgiliani, con implicazioni non irrilevanti anche al fine di individuare possibili chiavi interpretative di tutto il poema.