Nelle pagine cosmologiche di Lucrezio, Ovidio e Plinio il Vecchio, Calvino rintraccia i valori archetipici delle "Lezioni americane" come la scrittura «evidente», la logica di «contiguità universale» e la filosofia naturale. Lo studio ricostruisce il rapporto di Calvino con i classici latini nei saggi, nelle "Cosmicomiche e in Palomar, concentrandosi sull'utilità che hanno tali modelli nel suggerire una letteratura cosmica che si preoccupi di conciliare il «mondo scritto» con un interesse verso la rappresentazione del mondo fisico, come quello astronomico degli anni Cinquanta e Sessanta. La «cosmicità» latina, oltre a imprimere una spinta «archeologica», si proietta nel nuovo millennio come mezzo e modello per far sopravvivere la letteratura. In un'ottica interdisciplinare che ingloba anche la filosofia e la scienza, Calvino si interessa alla pulviscolarità atomistica di Lucrezio, alla «parità essenziale» e pitagorica di Ovidio e al «rapporto filologico» con il mondo naturale di Plinio.