La letteratura ha da sempre raccontato la natura ostile ma è soprattutto la narrativa contemporanea a rivestirla di particolari connotazioni, legate nel profondo a un tema assai stringente come quello del cambiamento climatico. Questo saggio si concentra sull'immagine di una natura ostile agli esseri umani declinata soprattutto in due modalità: in una forma distopica (o, meglio, eco-distopica) e post-apocalittica e in una, invece, caratterizzata da scenari quotidiani lontani da immaginari distopici ma attraversati comunque da un certo alone di carattere apocalittico, perché appartengono a una società in cui domina un capitalismo avanzato che non esita a devastare l'ambiente e la natura pur di raggiungere migliori prospettive di guadagno. Il tema della natura ostile verrà indagato per mezzo di un'ottica che molto deve ai recenti studi di ecocritica al fine di offrire inedite visioni e prospettive nella narrativa contemporanea, focalizzata tramite un'analisi comparata da Paolo Zanotti e Bruno Arpaia fino a Margaret Atwood, da Ezio Sinigaglia fino a Marianne MacDonald e Richard Powers.