Schivo, bizzarro, ingegnoso e straordinariamente attratto dalla complessità del reale, Carlo Emilio Gadda ha rivelato, con finissimi strumenti linguistici e culturali, il patimento dell'io e la dolente inadeguatezza a sciogliere il groviglio dei fatti e delle loro cause. Insieme, parole come tragico e comico, io, colori e arte rinviano, emblematicamente, alla vastità di temi e pensiero colti nel suo «lungo guardare». A 50 anni dalla sua morte e a 60 dalla pubblicazione della Cognizione del dolore, questo saggio segue gli ardui percorsi della mappa gaddiana attraverso le istanze culturali del Novecento europeo che ispirarono l'intellettuale, presenti anche nella sua opera capolavoro. Ugualmente, attraverso le lettere e gli scritti tecnici, relativi al primo impiego in Sardegna dell'Ingegnere elettricista, dà conto degli interessi linguistici agli albori, nell'idea della lingua come «specchio del totale essere e del totale pensiero». A corredo una lettera di Giulio Cattaneo.