Accresciuta con un'appendice di circa quaranta pagine, riappare in una nuova edizione, vent'anni dopo la sua primigenia pubblicazione, il testo di Giuseppe Grilli, ispanista, catalanista e comparatista, "Profilo di letteratura spagnola" raccontato attraverso le letture che l'ispanismo italiano ne aveva tracciato. Nell'appendice l'autore confessa che nel frattempo quella caratterizzazione ha perso il segno originario: oggi non si può più parlare di un orientamento italiano nel descrivere la letteratura spagnola, afferma Grilli quasi dolente. Eppure la storia di quella nascita è stata in grado di mettere in luce un sentimento condiviso come forse non è accaduto con uguale intensità o passione per altre aree disciplinari. Oggi quella costruzione collettiva costituisce, secondo l'autore, un patrimonio che merita di essere parte di una memoria della speranza con cui nel dopoguerra la cultura italiana provò, con una via originale, a staccarsi dalla sorte delle altre potenze dell'Asse, e dare senso alla Roma città aperta, non occupata dagli eserciti vittoriosi, in una plausibile alternativa, non ideologica, aperta, tuttavia ferma nei valori.