Questo volume presenta per la prima volta l'edizione commentata di un'anonima giudiata di fine Seicento, corredata da un'introduzione storica e linguistica. Il testo, intitolato Lo catanne di due accallà, ovvero Ceccone aquilano e Pedrolino milanese compagni fedeli e istoriari spiantati, offre un interessante spaccato della produzione teatrale tipica della Roma barocca. A differenza degli intermezzi della Commedia umanistica e della Commedia dell'Arte in cui compaiono occasionalmente i personaggi ebrei, le giudiate sono caratterizzate da uno schema fisso: il protagonista della vicenda è sempre un Giudio che viene punito o ucciso dai personaggi cristiani. Lo catanne di due accallà mette in scena, invece, una diversa dinamica simbolica che testimonia una conoscenza più approfondita della vita del ghetto e fa ipotizzare, se non una paternità ebraica del testo, almeno una frequentazione dell'autore con gli ebrei romani e forse una collaborazione attoriale.