Dagli anni cinquanta fino all'alba del nuovo millennio, Giuliano Gramigna è stato uno dei critici militanti più assidui e più acuti del nostro dopoguerra: amato e temuto dagli scrittori, ha saputo interpretare i nuovi fermenti del secondo Novecento, dallo strutturalismo alla psicoanalisi, e ha fornito una lettura sempre attenta e appassionata delle vicende letterarie italiane. Nonostante ciò, il suo nome è spesso trascurato dalle storie più aggiornate della critica, forse per la sua naturale discrezione, ma anche per la sua posizione ibrida tra i moduli accademici e quelli giornalistici. Questo libro raccoglie 79 recensioni di romanzi italiani stese da Gramigna tra il 1955 e il 2003 e si propone di colmare una grave lacuna culturale rendendo omaggio alle sue qualità di lettore versatile e curioso, alla sua capacità comunicativa, alla sua straordinaria fiducia nel testo letterario, all'etica di un mestiere che sta oggi vivendo una forte crisi di identità. Una raccolta destinata a quanti vogliano conoscere dall'interno la nostra letteratura, dai capolavori entrati nel canone scolastico (Gadda, Moravia, Pasolini...) fino ai "minori" che, spesso ingiustamente, ne sono stati esclusi e che, nel disegno di Gramigna, acquistano una luce imprevista.