I saggi sparsi qui riuniti chiamano in causa protagonisti e risultati alti di un Rinascimento visto da fuori, con l'occhio rivolto ai tratti genetici di un'identità italiana che nei tre fondativi secoli XIV-XVI imprime i suoi caratteri originali nella vita culturale d'Europa. Vi affiorano esemplari visioni del mondo che compongono un aureo canone della creatività italiana: Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Aretino e Nenna. Un'aurorale 'modernità' europea che confligge radicalmente con il passato: in Petrarca ha già i segni dell'autonomia intellettuale e del cosmopolitismo; in Boccaccio s'impone con un'opera-mondo (Decameron) capace di sublimare in un inedito racconto dell'avventura umana lo straordinario epos della civiltà 'mercantile'. Rinascite, inoltre, destinate con Ariosto a decostruire per anacronismi la favola del cavaliere antico, consegnandola alla nuova 'ventura' anamorfica e onirica dell'Eros e della pazzia. Ma anche rinascite di un'idea più coraggiosa e carica di rischio dell'avventura intellettuale, come dimostra l'innovativo percorso scrittorio di Pietro Aretino, lungo il quale si vanno delineando la natura e il destino del moderno uomo di lettere.