Qualcuno ha detto, forse non a torto, che d'Annunzio ha scritto troppo. Certo è che su d'Annunzio si è scritto davvero di tutto e di più. Ma nella fluviale bibliografia critica sull'Imaginifico, pochi libri riescono a offrire un'immagine originale e innovativa. Tra questi figurano i due precedenti volumi saggistici dedicati al celebre scrittore da Pietro Gibellini. Con Logos e mythos (1985), il giovane critico gettava nuova luce sul rapporto tra parola e racconto, tra superficie verbale e strutture mentali della scrittura dannunziana, vocata a una mitopoiesi profonda che non può ridursi a ornamento retorico. Con D'Annunzio dal gesto al testo (1995) lo studioso rimuoveva la patina dei «gesti» biografici che spesso condizionano l'interpretazione del caso d'Annunzio, concentrandosi sulla nudità del testo, esaminato con gli strumenti affilati della filologia e con il dono della sensibilità emeneutica. Completa la virtuale trilogia questo volume, dove l'autore riunisce i frutti dei suoi ultimi trent'anni di studi dannunziani: tessere scintillanti in un mosaico cui il critico consegna la sua complessiva Idea di d'Annunzio.