«La poesia ha imparato ad andare in scena, anche in Italia, [...]: poesia in persona, musica e poesia, danza e poesia, canzoni e poesia, la voce dell'attore, videopoesia», così il poeta Antonio Porta introduceva la prima edizione di Milano·poesia nel 1984 creatura multiforme di Gianni Sassi che resterà fino al 1992 un crocevia letterario e artistico di profilo internazionale. Secondo una visione assai lombarda e politecnica del mondo, la rassegna di Gianni Sassi contribuì a un rinnovamento globale del fare poetico unendo al dovere di non interrompere la sperimentazione, la convinzione che l'arte dovesse concorrere al miglioramento della vita. Nelle giornate del festival la messa in scena del testo e del corpo del poeta incrociava tutti i linguaggi dell'arte contribuendo alla rivisitazione delle avanguardie, alla riscrittura dei generi e alla proposta di nuove forme liriche, e anticipando così gli aspetti più caratteristici della cultura postmoderna. Ripercorrendo la storia e i protagonisti della rassegna Eugenio Gazzola porta in luce una stagione per così dire finale della storia della cultura contemporanea, quando si chiudeva il ciclo delle "piccole rivoluzioni" e si apriva quello dell'indeterminazione. Il volume è arricchito da un'ampia antologia dei testi poetici presenti nei magnifici cataloghi curati da Gianni Sassi e dedicati alle varie edizioni del festival.