Perché i lettori si riuniscono in gruppi di lettura? Che cosa spinge le persone a rendere pubblica e condivisa un'azione solitaria come la lettura? In che modo la scelta dei testi e la modalità di conduzione della discussione possono influire sulla partecipazione dei lettori coinvolti? Sulla base della propria esperienza di organizzatore e osservatore dei gruppi di lettura e sulle fondamenta teoriche di Ricoeur (il tempo, il racconto e la referenza alla vita) e Arendt (vita activa, spazio pubblico), l'autore analizza come la rilevanza delle letture per la vita dei lettori trovi nella condivisione organizzata nei gruppi una forma di riconoscimento, azione e autoaffermazione "pubblica" che aiuta a dare senso alla propria esistenza individuale e sociale. Con questi presupposti, entra poi nel merito delle pratiche di organizzazione e conduzione di un gruppo di lettura con obiettivi di riconoscimento e inclusione sociali.