«Fratello moderno» di Ovidio: così Paratore definisce Gabriele d'Annunzio. Scoperto negli anni del collegio Cicognini, il poeta latino diventa presto l'autore classico prediletto dall'adolescente Gabriele che, approdato a Roma, celebra la giovane capitale con la passione di un amante. Nel "Piacere", affresco della sua dolce vita, la Roma-Amor è una città ovidiana dentro quella dannunziana, centro di nuove rinascite classiche e moderne. In "Alcyone" Ovidio offre a d'Annunzio il modello ideale per un io metamorfico e favoloso nel tempo incantato della vacanza estiva. Quando, nel rombo della guerra, il poeta divenuto aviatore si copre di gloria con esaltanti imprese aeree (Pola, Cattaro e Vienna), il suo destino si rispecchia in quello dell'Icaro ovidiano, eroe rapito dal cielo. Il poeta moderno ritrova quello antico anche nella solitudine dell'esilio che accomuna entrambi. Dal Vittoriale i ricordi guidano l'esule al ritorno ideale all'Abruzzo natìo e a Roma, terre perdute dell'infanzia e della giovinezza. Erede ultimo della «bellezza eroica» del passato augusto, il d'Annunzio ovidiano, qui esplorato con originalità e rigore, rivela il carattere antico della sua dirompente modernità.