Nel ritmo caotico avvertiamo un senso di soffocamento, questo è un saggio sulla terapia poetica. Non c'è una via d'uscita politica. Solo la poesia, solo l'eccesso di significato rispetto agli obblighi dell'infosfera può riattivare la respirazione. Solo saper respirare ci aiuterà durante l'apocalisse che sta già esplodendo come effetto di decenni di assolutismo finanziario. La poesia potrà curare la sofferenza della mente degli ingegneri e dei poeti, e potrà agire come agente di liberazione del linguaggio dalla stretta soffocante della tecnica. Il potere si fonda oggi su relazioni astratte tra entità numeriche. Mentre la sfera della finanza è costituita di algoritmi che connettono frammenti di lavoro precario, la sfera dell'esistenza è invasa da flussi di caos che paralizzano la mente sociale e impediscono la respirazione. "Non riesco a respirare". Queste sono le ultime parole di Eric Garner prima di morire, strangolato da un agente di polizia per le strade di Staten Island. Queste parole catturano il sentimento del nostro tempo. Come affrontiamo il caos, giacché sappiamo che coloro che combattono il caos diventano caos? Come affrontiamo il soffocamento? Esiste una via d'uscita?