Benjamin Fondane è stato al centro del pensiero occidentale. Nato in Romania da una famiglia di intellettuali ebrei, si trasferisce a Parigi nel 1923. Pensatore anomalo, dal linguaggio selvaggio, confidente di Emil Cioran, scrive il suo capolavoro "Baudelaire e l'esperienza dell'abisso", in corsa, nell'estro della fuga. Fondane setaccia tutti i paradigmi e straccia tutti i veli per giungere nelle segrete della poesia, lì dove l'uomo, la creatura che scrive, non è che un filatterio di cenere. Secondo l'intellettuale romeno, Baudelaire non è il fondatore della poesia moderna ma il suo esecutore, il poeta che ha avuto il coraggio di uccidere la poesia per vagliarne il veleno. Arrestato nel 1944, deportato ad Auschwitz, morì in una camera a gas. Aveva il volto di un vogatore, ricordano alcuni amici, di uno che sapeva attraversare i fiumi.