Il libro analizza l'opera di Pier Paolo Pasolini (poesia, cinema e narrativa) attraverso alcuni strumenti critici elaborati a partire dal pensiero di Walter Benjamin e di Gilles Deleuze. Raramente questi due filosofi sono stati avvicinati a Pasolini, eppure sono diversi i punti di contatto: se la critica allo storicismo, l'interesse al misticismo e la continua indagine sui media contemporanei possono avvicinare diversi elementi del pensiero di Benjamin a quello di Pasolini, esplicita è la ripresa di alcuni spunti pasoliniani da parte di Deleuze (a partire dall'uso del dialetto fino alla teoria sul cinema).