Da dove nascono le idee? Dalle intuizioni, certo, dalle esperienze vissute, dai ricordi, dalle impressioni. Ma anche dalle letture: da incontri occasionali e da assidue ricerche nei libri d'una vita; insomma, dalla propria biblioteca. La biblioteca di Italo Calvino è il luogo che esprime il più autentico e profondo riflesso del suo mondo interiore: una raccolta di tutte le idee originarie mobilitate per scrivere e descrivere una visione del mondo sospesa fra un'idea di letteratura e un'idea di sé. Il volume mostra come lavorava Calvino interrogando gli scaffali, le librerie, la biblioteca dello scrittore: vissuta, raccontata, pensata, immaginata, desiderata, passando dal libro ai libri, riconoscendo connessioni invisibili nel disordine vorticoso e caotico del reale. I libri assomigliano a un volo di storni: attraversano il cielo dei nostri paesaggi e passaggi interiori, seguendo un ordine nascosto, un linguaggio segreto, tutto da decifrare. Forse è per questo che, in un certo senso, la biblioteca di Calvino è Calvino: un'opera postuma di chi - come aveva compreso Pavese - è capace di «mettere nelle parole tutta la vita che si respira a questo mondo».