Famosissimo ai suoi tempi, dimenticato ai nostri, Enrico Annibale Butti (1868-1912) è praticamente l'unico autore italiano ad aver affrontato tematiche morali e religiose nel teatro italiano tra Otto e Novecento, motivo per cui è stato accostato ad Ibsen ed a Bourget. Innovativo nei temi, ma tradizionalista nel giudizio e nella forma - anche se il finale 'aperto' de "Il vortice" (1892) anticipa certe ambiguità pirandelliane - Butti fu al centro della vita culturale italiana a cavallo dei due secoli: la sua prematura scomparsa gli impedì di sostenere la propria produzione ed egli sparì in breve dalle scene. Il presente studio, che si basa anche su inedito materiale d'archivio, è il primo completo sull'opera del drammaturgo e narratore Butti, un autore che, a cent'anni dalla morte, merita di essere riscoperto e, se non nuovamente rappresentato, almeno riletto.