La letteratura degli immigrati in Italia, a distanza di vent anni dalla sua nascita, è diventata un fenomeno culturale di ampia portata sia da un punto vista quantitativo sia qualitativo. Se ne propone qui per la prima volta un quadro d'insieme offrendo una chiave di lettura unitaria, ma non riduttiva, capace di mettere in luce i limiti e i punti di forza di questo nuovo e importante ambito della letteratura italiana contemporanea. Il volume illustra la genesi editoriale delle scritture migranti alla luce del contesto politico, mediatico, legislativo dell'Italia, dove, tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, la questione "immigrazione" diventa terreno di controversie politiche e di conflitto sociale; ripercorre le fasi del dibattito critico e problematizza le definizioni usate finora dagli studiosi, evidenziando in tal modo la "funzione spcchio" dei fenomeni migratori, ovvero la loro straordinaria capacità di rivelare le caratteristiche della società di arrivo; infine, attraverso una puntuale analisi testuale, individua il problema di fondo di questa produzione letteraria, la narrazione di sé, dimostra in che senso e a quali condizioni le scritture della razione possano essere lette come forme di contro-narrazioni rispetto al discorso pubblico dominante sui fenomeni migratori.