Questo volume raccoglie otto fra i più significativi scritti "europei" di Ceserani. Qui il grande critico, dialogando con i maggiori "pensatori dell'Europa" e fra gli altri con Denis de Rougemont, Jürgen Habermas, Edgar Morin, avanza un'originale proposta per l'Europa unita, ispirata a modelli storici e politici precisi (il processo che ha portato all'unificazione di un Paese caratterizzato da «una forte stratificazione e frammentazione» come l'Italia, gli «assetti costituzionali assai peculiari» della Svizzera, che «riescono a far convivere pacificamente etnie molto diverse, quattro gruppi linguistici [...] e popolazioni che fanno riferimento a tre diverse istituzioni religiose») e fondata sulla nozione di appartenenza (frutto di una scelta consapevole), che Ceserani considera nettamente preferibile a quella di attaccamento alle radici (destinato a produrre conflitti nel panorama attuale). Ne emerge l'immagine di un'Europa delle differenze, consapevole «della crisi, sempre più evidente nelle nostre società liquide, dell'idea forte della nazione», e che ai richiami identitari così frequenti oggi - dalle "radici cristiane" all'"orgoglio padano" - deve saper opporre un discorso alternativo, un'idea diversa: un'Europa, insomma, intesa quale «comunità specifica caratterizzata dalla presenza condivisa di valori come la solidarietà, l'orientamento verso il sociale, l'inclusione politica ed economica».