"La poesia di Alessandro Cabianca, attraversata in parte da sfaccettature prismatiche, così dell'io come della realtà, si distingue prima, per un autobiografismo condizionato dal piccolo mondo che lo circonda, e approda poi, nella maturità, al mito, alla storia, alla cultura. Da qui il fil rouge identificato da Marta Celio in questo breve saggio sarà ciò che si suppone latente: il viaggio, visto come quell'eterno racconto del quale Cabianca si farà testimone, paradossalmente e inconsapevolmente, sin dall'inizio del suo percorso poetico, nella tacita complicità della "parte e del tutto", evocatrice di "inizi che finiscono e, dove finiscono, ricominciano" nella complessa paradossalità di un viaggio che avviene sempre... non avvenendo mai". (dalla quarta di copertina)