L'autore, col presente volume, ha voluto approfondire alcuni aspetti poco studiati del pensiero e dell'opera di Antonio Gramsci. Innanzitutto, l'attività giornalistica giovanile, prima sulla stampa socialista e poi su quella comunista, e le profonde innovazioni ch'essa ha introdotto nella tradizione del giornalismo italiano, non solo di sinistra, partendo dai fatti, analizzati con l'acribia filologica derivante dagli studi universitari torinesi, attraverso il metodo del "materialismo storico", nella versione originale ereditata da Antonio Labriola, fondata sul rapporto dialettico tra "struttura" e "sovrastruttura" e, quindi, su una visione "integrale" della realtà. In secondo luogo (in stretto collegamento con tale attività giornalistica), quella di critico teatrale, svolta, dal 1916 al 1920, sull'edizione piemontese dell' "Avanti!", nonché quella di critico letterario, affidata ai Quaderni del carcere, entrambe caratterizzate dall'analisi "interna" ed "esterna" dei testi, dal loro collegamento ai "contesti", dall'individuazione dell'unità inscindibile tra "forma" e "contenuto". Una critica, dunque, anch'essa "integrale".