Proust, Colette, Simenon. Ma anche Irène Némirovsky, Annie Ernaux, Patrick Modiano, Philippe Djian, Amélie Nothomb: sono gli autori dei quali negli ultimi anni mi è capitato di scrivere in svariate occasioni. Autori che il mercato editoriale continua a proporre o perché confortato dalla fedeltà dei lettori, o grazie all'impegno degli specialisti che continuano a proporre edizioni critiche, studi, testi. E poi ci sono gli altri: tutti quegli autori cioè dei quali nello stesso arco di anni mi è stata commissionata un'unica recensione. In alcuni casi trattandosi effettivamente di meteore, in altri invece per via di una palese disattenzione da parte della nostra editoria, che dimentica in fretta e spesso trascura il prodotto di qualità. Il quadro che così si compone illustra, tra ricorrenze e singole apparizioni, l'ampia gamma di colori che la letteratura francese riesce ad esibire da noi anche in virtù - va detto - di traduttori di grande competenza e rassicurante efficacia.