Il saggio parte dalla premessa che paesaggi e contesti della vita di Dino Campana sono elementi caratterizzanti della sua produzione poetica. Su questa forte simbiosi fra versi e realtà - sia essa oggettiva o da lui "sentita" - sono ormai concordi le voci più autorevoli della critica: lo stesso poeta di Marradi si trovò a esplicitare tale legame davanti al primo dei suoi biografi, Carlo Pariani. La geografia dei Canti orfici e del Più lungo giorno diventa quindi valida chiave di lettura tanto della produzione poetica, quanto dei territori frequentati e descritti. Non si tratta di una guida turistica o escursionistica, né di una sorta di "trekking campaniano", ma piuttosto di un itinerario tra luoghi e parole sulle tracce di una delle menti poetiche più affascinanti della nostra letteratura.