Questo libro non dà scampo al lettore nell'avventurosa ricerca del nucleo dell'opera di Anna Maria Ortese, formidabile testimone del Novecento italiano ed europeo, i cui libri hanno attraversato il tempo. Lilia Bellucci consegna un'interpretazione di Ortese fra simboli, visioni e illuminazioni, gli "oggetti" della creatività della grande scrittrice che da Napoli, oltre Napoli, si confronta con la cultura e le realtà sociali e politiche del suo tempo, e le trascende. Una nuova idea di femmineo, trasversale e disorientante, multispecie e atemporale, dove conta sentire prima di sapere, amare prima di dominare, attendere prima di cominciare. Un libro assolutamente iniziatico per capire i movimenti segreti della letteratura ortesiana ancora in dialogo con l'epoca presente. Scrittrice capace di cogliere le trasformazioni in atto e di immaginare come l'umanità potesse evolversi, ha anticipato in alcune delle sue intuizioni le riflessioni di pensatrici contemporanee. Ortese è la visionaria, che ci invita ancora oggi a liberare lo sguardo, il corpo, la vita.