Qual è il rapporto di Pier Paolo Pasolini con gli altri? E quale, tramite gli altri, ciò che in una voce "singolare" (non singola) gli altri hanno rappresentato e rappresentano come figure, luoghi, dialoghi del reale e dell'immaginario? Nel centenario della nascita di una delle figure più poliedriche della storia della cultura italiana e internazionale, il convegno tenutosi presso il Dipartimento di Studi umanistici dell'Università di Trieste il 24 e 25 febbraio 2023 - l'ultimo dei numerosi convegni organizzati nell'anno pasoliniano - mette insieme voci plurime del mondo della cultura desiderose di interrogare aspetti ancora inesplorati e fertili dell'eredità pasoliniana. Le interrelazioni tra lo scrittore e altre figure di amici, poeti, intellettuali italiani e stranieri: il dialogo nell'assenza con Proust, quello, tramite la corrispondenza epistolare in parte inedita, con Attilio Bertolucci, la relazione con i poeti triestini, il legame distante con il femminile e l'Algeria di Sénac. Ancora gli spazi e i luoghi con cui egli è stato e può continuare a essere in dialogo. La relazione tra la scrittura letteraria e quella per il cinema, i lati in ombra della scrittura epistolare, le contraddizioni di quella teatrale. E di riflesso a tutte queste tracce di ricerca, solo apparentemente note e ancora esplorabili, il posizionamento e la discussione sulla possibile - o impossibile - funzione estetico-politica di Pier Paolo Pasolini nel presente. Nell'arte, nella cultura. Soprattutto nella poesia.