Le celebrazioni per il bimillenario della morte di Publio Ovidio Nasone hanno permesso di tornare a fare luce sull'immenso patrimonio culturale lasciato in eredità al mondo dal grande poeta sulmonese. Se tuttavia l'eredità ovidiana è stata considerata quasi esclusivamente sul piano letterario, il presente volume intende privilegiare al contrario quello artistico, soffermandosi sulla ricezione e rielaborazione del mito nell'opera di drammaturghi, musicisti e uomini di spettacolo. Attraverso una serie di studi, presentati in occasione della Giornata di Studi per il bimillenario ovidiano del 2017, il tema è stato affrontato dal punto di vista di voci assai variegate, spaziante da musicologi e coreologi a figure di artisti impegnati nei diversi settori creativi della concreta realizzazione e riattualizzazione scenica del mito. Una prospettiva che apre nuovi percorsi di ricerca tanto nel campo degli studi ovidiani quanto in quello dell'evoluzione delle arti drammatiche, a cominciare dal teatro, dalla danza e dalla musica sinfonica e operistica. Numerosi i temi cruciali di discussione emersi dalle differenti prospettive. Voci che, considerate nel loro insieme, introducono alla ricchezza ma anche alla complessità della particolare interazione esistente tra opera ovidiana e immaginario poetico delle arti occidentali.