Il rapporto tra Curzio Malaparte e la Russia, in termini storici, ideologici e letterari, rappresenta un campo d'indagine vasto e incredibilmente composito. Non solo se inteso come termine altro di un rapporto con l'Europa e le culture e ideologie europee, ma nella stessa specificità dell'esperienza malapartiana come viaggiatore nell'Urss del 1929 e del 1956/57, della sua interpretazione di quel mondo post-Rivoluzione d'ottobre, e dell'interpretazione che l'Unione Sovietica prima e la Russia poi hanno reso di Malaparte, autore e personaggio. La ricchezza del presente volume, frutto del primo convegno di studi italo-russo su Curzio Malaparte (Milano 2021), è rappresentata non solo dalla traduzione di critica storico-letteraria russa sull'autore, per gran parte inedita in Italia sia per le sue fonti che nelle sue prospettive, ma nel confronto tra studiosi afferenti a più ambiti su un tema ricco di incognite, di ambiguità storiche, di influenze letterarie finora inesplorate. Emergono, tra gli altri, i nomi di Bulgakov, Dostoevskij, Trockij, riferimenti alla cultura francese, statunitense e ucraina; si presta attenzione al Malaparte scrittore, giornalista e mediatore culturale, con nuove analisi del suo biennio alla direzione della «Stampa» e delle sue collaborazioni giornalistiche degli ultimi anni; ci si interroga sulla misteriosa capacità dello scrittore pratese di avere per le mani informazioni di rarissima e dubbia reperibilità, da esperimenti top secret di scienziati sovietici, a presunti golpe trozkisti e alle allusioni a certi passaggi dell'ancora inedito Il Maestro e Margherita. Ne risulta la testimonianza di un confronto coraggioso e ricco, che riporta dibattiti culturali russi inattesi su Malaparte e, rileggendo le spesso acutissime riflessioni dello scrittore sul mondo sovietico, da un Novecento non troppo distante, si rivela capace di dialogare con forza ed efficacia anche con il nostro tempo e le sue complessità. Volume pubblicato in collaborazione con Fondazione Biblioteca di via Senato.