Il destino di Nazzareno Battaglini sembra essere inscritto nel suo nome. Nazzareno è un po' profeta, un po' guerriero. Del primo ha la capacità di persuasione, l'abilità nel comunicare, di prefigurare scenari, di lanciare ammonizioni e avvertimenti. Ma anche di indicare la strada della possibile salvezza. Del secondo il coraggio e l'indomita energia che mette al servizio del raggiungimento del proprio obiettivo. Che è quello di innescare una rivoluzione, detto senza mezzi termini. Riscattare l'agricoltura dai processi di natura industriale. Liberarla dalla chimica. Creare una coscienza diffusa in merito all'importanza e alla fragilità del suolo agricolo. Ripristinare il senso e il valore del rispetto della stagionalità. Educare a consumi consapevoli e responsabili. Argomenti che trovano in Nazzareno un fiero interprete e alfiere, e che da anni sono al centro dell'azione e delle politiche tanto di singoli attivisti quanto di movimenti capaci di orientare l'opinione pubblica, di plasmare stili di vita e di incidere, in qualche maniera e misura, sulle politiche di settore.