Dalla morte di Pasolini, avvenuta nel 1975, non c'è forse momento storico migliore di questa fase "neomoderna" o "tardomoderna" per riprendere in mano la questione dell'eredità del nostro autore. È stato necessario superare la retorica ideologica di un'intera generazione, sperimentare il disimpegno che ne è seguito con il postmoderno per riscoprire finalmente che l'intellettuale può e deve riscoprire il suo ruolo anche oltre l'ideologia. Questo volume si propone dunque due obiettivi fondamentali: il riconoscimento del valore del pensiero teoretico di Pasolini e la necessità del critico contemporaneo, osservatore e parte integrante della nuova gioventù culturale, di interrogarsi su tale pensiero. Porre al centro la questione dell'"eredità intellettuale" dell'autore presuppone infatti l'individuare in essa la massima risorsa per un discorso presente.