Oltre che cerniera tra letteratura antica e letteratura moderna, secondo il magistrale insegnamento di Curtius, Dante è anche visionario profeta delle linee di sviluppo, non solo letterario, della cultura moderna, della quale è in grado di indicare, dalla sua posizione storica, le mete e i limiti, come un altro grande interprete del fiorentino vide, quando scrisse che Dante «non è un sopravvissuto, ma uno che è arrivato prima di noi» (Contini). Il che rende necessaria una diversa curvatura critica, rispetto al tradizionale approccio interpretativo al poeta, che sottolinei gli aspetti problematicamente innovatori, rispetto a quelli di sublime ricapitolazione del passato e della tradizione, tendenza che, d'altra parte, va affiorando in alcuni degli studi più recenti. Considerazioni di questo tipo hanno ispirato i convegni che si sono realizzati a Madrid e a Barcellona su "La modernità di Dante. La poesia - Il pensiero", in occasione del settimo centenario della morte, di cui si presentano qui gli atti.