A ottant'anni dalla morte, l'opera di Italo Svevo rappresenta uno dei valori letterari più solidi e rilevanti del Novecento italiano. Le sue pagine fanno parte ormai di una comune e condivisa esperienza di riflessione sulla condizione umana, che si è incardinata negli strati profondi dell'opinione e del gusto. La situazione editoriale e degli studi offre finalmente, oggi, una più completa rappresentazione dell'ampiezza degli interessi e delle sperimentazioni di scrittura che Svevo praticò, con coerenza e lucidità, passando attraverso incomprensioni e insuccessi, e facendo i conti quotidianamente con una percezione conflittuale, mai appagata, mai risolta, del suo rapporto con la letteratura. In questo volume, dodici studiosi di diversa formazione e provenienza provano a ripercorrere i filoni più fertili della narrativa, del teatro,della saggistica sveviana, con l'intento di verificarne la tenuta e la perdurante suggestione. Nella varietà dei metodi e degli approcci adottati, i loro testi configurano un'immagine di scrittore intellettualmente ed eticamente rigorosa, non riducibile alle posizioni di un generico o sofistico relativismo, ma anzi concentrata su un obiettivo altissimo di verità, su un'idea di civiltà che oltrepassi l'orrore della guerra e della norma borghese,e in cui le forme della libertà individuale sappiano ancora rinnovarsi e resistere.