Questo libro raccoglie i miti della divinità sumera Inanna, Regina del Cielo e della Terra. I canti, ritrovati su tavolette d'argilla risalenti a circa 4000 anni fa, sono stati tradotti dal cuneiforme, la prima scrittura codificata di cui abbiamo conoscenza. Prima di Gilgames, Ulisse, Enea e Dante, la più antica discesa negli inferi di cui abbiamo registrazione è stata compiuta da una donna, Inanna. È lei che per prima affronta la catabasi iniziatica, guidandoci alle sette porte del mondo infero. Nella cultura sumera la conoscenza è contenuta nei me, concrezioni delle qualità della sapienza stessa; questi codici sono custoditi da Enki, il Dio della Saggezza. Inanna li sottrae con l'astuzia a Enki, portando in dono la conoscenza al popolo di Uruk. I canti di Inanna sono la testimonianza del passaggio culturale e politico da culti agresti a culti pastorali, da religioni legate alle divinità femminili al nuovo patriarcato che si andava affermando spiritualmente e politicamente. In questi miti la potente forza cosmica, intellettiva e sessuale delle grandi dee del passato non è stata ancora del tutto asservita alle istituzioni religiose pastorali, si tratta perciò di una testimonianza unica e preziosissima. In quanto mito vivo I canti di Inanna ci ispirano e ci mettono in guardia, fornendoci una genealogia mitografica che può diventare una straordinaria forma di impoteramento femminista.