Il saggio indaga l'opera di Anna Maria Ortese (1914-1998), facendo interagire romanzi, articoli e lettere dell'autrice con riflessioni provenienti dall'ambito filosofico e antropologico. Al centro del libro si colloca infatti quella rete di alleanze - visibili ma anche sotterranee - che la scrittura di Ortese intesse con altre pensatrici e pensatori della nostra epoca; alla base, una messa in crisi delle idee di anthropos, di natura, di relazione con gli animali, di agentività di piante e agenti atmosferici. Come Ortese ripensa e apre la questione dell'essere umano situato in un pianeta Terra non più inerme e oggettivo, bensì capace di reagire, anche in modi imprevedibili? Come i suoi scritti testimoniano l'esperienza paradossale del trovarsi - in quanto terrestri - contingenti, improbabili, ma al tempo stesso capaci di situarci e costruire legami? Come i suoi testi intravedono crepe e pertugi nel reale, attraverso cui far scorrere un comune e vasto respiro?