Peppino Toppi scrisse questo racconto ricordandosi della sua infanzia, senza avere alcuna velleità letteraria. Proprio nel ricordare la semplicità e la leggerezza dello scorrere del tempo, scandito da tante ricorrenze religiose di cui i valligiani approfittavano sempre per fare feste, egli ci dà uno spaccato della vita pastorale e rurale degli anni '50 in quei luoghi. La solidarietà sempre spontanea e puntuale e il "mutuo soccorso" erano i paradigmi che coniugavano i rapporti sociali di quella comunità.