Territorio d'antichi insediamenti umani, posto nei pressi dei fiumi Vallio e Meolo (in antico, chiamato Pero) e non molto lontano dal corso del Piave, Rovarè richiama nel suo stesso nome l'esistenza di antiche estensioni boschive di roveri, in gran parte possedute sin dalla metà del X secolo dall'abbazia benedettina di S. Maria di Pero (attuale Monastier), che qui esercitò per secoli la sua giurisdizione ecclesiale. Antiche leggende collegano la storia di questi luoghi alle origini cristiane di Treviso. Le carte rivelano una sorprendente vitalità comunitaria, intessuta di rapporti tra i monaci, i parroci, i signori locali che qui costruirono cinque grandi ville e soprattutto le famiglie contadine del posto. La vita devozionale organizzata nelle confraternite costituiva la più rilevante forma di coesione comunitaria, capace di formare e far accrescere l'identità collettiva attorno all'organizzazione ecclesiale, anche grazie alla dedizione di grandi personalità di parroci locali. Le trasformazioni avvenute nel XX secolo, con il nuovo protagonismo dei ceti popolari, con i grandi avvenimenti quali furono le due drammatiche guerre mondiali, hanno visto il paese di Rovarè dotarsi sempre più di utili servizi collettivi, continuando così a dare vitalità a quello spirito di collaborazione comunitaria che ha contraddistinto l'animus dei Rovaresi anche nei secoli precedenti.