Attraverso le vicende di una famiglia calabrese si ripercorre il periodo a cavallo tra la Seconda guerra mondiale e gli anni Sessanta del secolo scorso. Nel racconto si intersecano eventi e personaggi che scandivano e animavano la vita di un piccolo paese della Presila cosentina. Gli episodi che cadenzavano l'esistenza di quella comunità, regolata da rigide imposizioni durante il periodo fascista e contraddistinta da grandi speranze di nuove libertà e di emancipazione individuale e collettiva nel dopoguerra, fanno da sfondo a una fase storica che avrà il suo apice con il boom economico dei primi anni Sessanta. In quell'ancora fragile contesto sociale trova la sua massima espansione anche l'emigrazione di buona parte della popolazione del paese, fenomeno comune a tantissimi altri centri del Meridione, verso le Americhe prima e gli Stati della neonata CECA (Comunità Europea Carbone e Acciaio) e del Nord Italia poi.