L'autore prendendo le mosse dall'età altomedievale tratta della formazione e dell'enucleazione dei primi insediamenti demici accentrati di cui si abbia notizia in Val Borbera. La parabola storica della Valle ha una sua precisa ed autonoma connotazione fino alla fine del XIII secolo, prima dell'avvento della casata degli Spinola, in cui ebbe influenza il dominio temporale del Vescovo di Tortona ciò anche in campo ecclesiastico. Infatti tutto l'areale è nobilitato dalla presenza di cinque istituti pievani, di tre cenobi benedettini e di due grange dell'Abbazia cistercense di Rivalta Scrivia. Viene, quindi, documentato il subingresso degli Spinola nei possessi di Val Borbera, dapprima in condominio con i Malaspina, prima casata a detenere l'alta signoria su di essa, e poi in esclusiva succedendovi sistematicamente. Segnaliamo tra gli altri il capitolo quarto dedicato alle vicende della Signoria di Roccaforte e Rocchetta, fino alla soglia del XVII secolo, e l'ultimo che descrive le controversie giurisdizionali che ebbero come oggetto la Val Borbera, contesa tra l'impero ed il ducato di Milano. Un appendice riporta i principali atti inediti a cui ci si è appoggiati nella narrazione.