L'ultimo spenga le luci è un omaggio alla storia di un luogo e di una comunità che negli ultimi 25 anni popola e vive Ponte Alto. Ognuno con il proprio vissuto ha caratterizzato le "postazioni di lavoro" come se fossero reliquie di una storia salda ma ancora in divenire. Un luogo, dunque, inteso come uno spazio relazionale identitario storico, in cui le relazioni sono sollecitate e sono parte integrante del luogo stesso. Le persone si riconoscono al suo interno e hanno una storia comune o si richiamano ad essa. La Festa come l'evento più importante dell'anno, che trasforma Ponte Alto in una città nella città. La cittadella dell'utopia contempla le diverse sfere della vita sociale e si pone come risposta ai bisogni del visitatore. È l'esposizione del lavoro fatto dai volontari durante l'anno, ma che racchiude tutta l'esperienza di una vita. Una macchina organizzativa che con il sorriso supera la fatica e ha l'orgoglio negli occhi. Una comunità, o meglio, l'essere comunità a Ponte Alto è una dimensione essenziale che abbraccia l'umano e che ha bisogno di essere riscoperta nella inesauribilità dei suoi aspetti, delle sue implicazioni e nella creatività delle sue forme che hanno la duttilità della vita e la profondità inafferrabile di ciò che ad essa dà senso.